Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo-Interpersonale, terapeuta EMDR, esperta in Neuropsicologia, mi occupo di pazienti adulti ed adolescenti presso i miei due studi privati a Ciampino e Roma.
Prima dell’abilitazione, ho svolto per quasi due anni la mia attività di tirocinio presso il SerD (Servizio Dipendenze) e il Dipartimento di Salute Mentale di Ciampino (ASL RM6). Ho condotto gruppi di auto e mutuo aiuto e di libroterapia per persone affette da disturbi dell’umore (ansia, depressione, disturbo bipolare) presso l’associazione Insieme Con Te Onlus, ed ho fornito sostegno psicologico su base volontaria ai ricoverati del reparto SPDC dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma.
La Neuropsicologia Clinica
Ho deciso di approfondire le mie competenze con il Master di II Livello in Neuropsicologia Clinica presso l’Universita` LUMSA di Roma, il cui focus e` la valutazione e la riabilitazione dei disturbi cognitivi ed emotivi secondari a patologie neurodegenerative del sistema nervoso centrale; questo perché non sempre tali disturbi hanno cause puramente psicologiche, ma al contrario danni organici del sistema nervoso centrale implicano sicuramente disturbi psichiatrici e psicologici che necessitano di una terapia riabilitativa adeguata. Attualmente mi occupo della terapia di stimolazione cognitiva presso l’Anagnino Residence, una struttura per anziani di Roma che accoglie ospiti con diversi livelli di demenza senile; oltre a ciò, fornisco valutazioni cliniche e terapie di supporto ai pazienti con demenza e ai loro familiari presso i miei due studi privati.
Oltre alla comprensione delle conseguenze che le patologie organiche possono avere sul cervello umano, la conoscenza della Neuropsicologia Clinica ha profondamente arricchito la mia modalità di valutare cosa e come sente il paziente, quali funzioni cognitive sono disfunzionali nel suo attuale disturbo e in che modo lo rendono sofferente nella sua vita quotidiana. La conoscenza del funzionamento del cervello umano è imprescindibile nella riabilitazione di qualsiasi disturbo psichico, psicologico o (neuro)psichiatrico.
Maggiori informazioni sul mio ambulatorio di Neuropsicologia qui.
La psicoterapia cognitivo-interpersonale
Poiché ogni individuo è l’espressione di contesti familiari, esperienze di vita e configurazioni biologiche differenti, è importante personalizzare il più possibile l’approccio sul paziente.
Ciò che rende ogni individuo unico sono i ricordi che ha raccolto fin dalla sua prima infanzia, e ancor più il suo modo unico di averli vissuti e conservati in memoria, con le emozioni che li hanno accompagnati: uno stesso ricordo, può infatti essere consolidato e rievocato in maniera del tutto diversa da individuo ad individuo. Proprio in base a ciò, ognuno di noi costruisce le proprie aspettative su se stesso e sul mondo, facendo inconsciamente continue previsioni su cui orientare i propri comportamenti.
Per questo la terapia deve partire dall’esperienza attuale del paziente, per poi ricollegare quelle esperienze di vita che hanno determinato la sua particolare configurazione di comportamento, predisposizione biologica, emotività e modalità di vivere le relazioni interpersonali. Aumentare la consapevolezza del paziente sui motivi che lo hanno portato a reagire sempre allo stesso modo in determinate situazioni, è già un primo passo verso il cambiamento.
La terapia EMDR
Nel mio approccio terapeutico si inserisce perfettamente la terapia EMDR (Eye Movement Desensitization Reprocessing), considerata dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità come il trattamento di eccellenza per la cura del disturbo post traumatico da stress. L’obiettivo del trattamento è la rielaborazione delle memorie traumatiche che impediscono al paziente di vivere la sua quotidianità in maniera serena, perché fortemente disturbanti e presenti nella sua mente. Oltre a traumi per gravi incidenti o situazioni in cui la persona ha temuto per la sua vita o per quella di un suo caro, i casi clinici molto più frequenti riguardano traumi relazionali vissuti nell’infanzia o nell’età adulta. Numerosi studi scientifici hanno documentato l’efficacia di questo protocollo anche nel trattamento della depressione e di altri disturbi psichici, quando inserito nell’ambito di un percorso di psicoterapia strutturato e personalizzato sul paziente.
Perché andare dallo psicologo?
Prima di diventare psicologo, ho vissuto, studiato e lavorato per 13 anni in Germania e Olanda, imparando a conoscere e a superare le frustrazioni chepossono emergere in un contesto relazionale e/o lavorativo in cui non ci si sente capiti, sostenuti o apprezzati. I cambiamenti importanti nel nostro stile di vita possono provocare profonda ansia, fino allo strutturarsi di un vero e proprio Disturbo dell’Adattamento; tali avvenimenti possono essere molteplici: un nuovo lavoro, il trasferimento ad un’altra città, il tornare ad essere single dopo una lunga relazione, il cambio di scuola, una malattia…..
Oltre a ciò, molto spesso ci troviamo a dover sostenere ogni giorno pressioni insostenibili per raggiungere elevati standard che noi stessi ci prefiggiamo, ma che in realtà non ci appartengono del tutto, anche se non sempre ne siamo consapevoli. Le sensazioni di malessere psicofisico, spossatezza e irritabilità che non riusciamo a definire, ne sono molto spesso la naturale conseguenza.
Su tutto questo si può lavorare per stare meglio, se non sempre cambiando la situazione, sicuramente cambiando le modalità di approccio che abbiamo interiorizzato fin da piccoli come le uniche possibili. Per fare ciò, occorre intraprendere un percorso di profonda consapevolezza riguardo al funzionamento di se stessi prima che degli altri.
Sebbene le circostanze di vita in cui ci si può sentire in crisi sono molteplici, l’importante è riuscire sempre a (ri)trovare il contatto con i propri desideri, i propri bisogni e i propri obiettivi più autentici. Quando questo contatto è perduto, si manifesta il sintomo. Può capitare di trovarsi di fronte a un mare in tempesta, ma non è detto che si debba nuotare da soli: ogni situazione di crisi offre l’opportunità di crescita personale e di riadattamento alla nuova situazione. Quando questo processo non avviene spontaneamente, può essere utile e risolutivo il confronto con un professionista. Quest’ultimo ha come compito non solo quello di accogliere la sofferenza del paziente, accoglienza che può per altro essere trovata anche confidandosi con un amico o con un familiare, ma di allargare i suoi orizzonti, i suoi punti di vista, le sue capacità di resilienza e di coping, al fine di trovare insieme nuove strategie di adattamento.