ACUFENE – quel persistente suono nell’orecchio
L’acufene è un disturbo che colpisce all’incirca il 10 -15% della popolazione mondiale.
L’acufene è una percezione continua e disturbante di un suono, molto spesso un sibilo o un fischio, in assenza di uno stimolo esterno. Il suono è infatti proveniente “dall’interno” del soggetto, che non per questo lo percepisce come meno reale. È un suono presente solo nella mente dell’individuo, che può essere percepito come proveniente da uno solo o entrambe le orecchie. Le conseguenze psicologiche di chi soffre di questo disturbo sono evidenti: il fastidio per questo suono continuo su cui il paziente non riesce ad avere alcun controllo genera irritabilità, ansia, malessere generale, depressione, tendenza all’isolamento. Tali conseguenze amplificano la percezione dell’acufene, proprio perché fanno concentrare il paziente ancora di più su emozioni negative e sensazioni disturbanti che derivano da esso.
Numerosi studi clinici hanno accertato l’elevata correlazione tra la gravità dei disturbi psicologici di ansia, stress e depressione e la gravità dell’acufene (Udupi et al 2013). I disturbi psicologici e psichiatrici sono in alcuni casi pre-esistenti all’insorgenza dell’acufene, il quale potrebbe quindi anche essere una sorta di mascheramento delle comorbilità sottostanti (Fioretti et al, 2020). Per questo, la valutazione clinica del profilo psicologico del paziente è molto importante per cercare di comprendere meglio la natura dell’acufene.
Le cause dell’acufene sono purtroppo a tutt’oggi poco chiare, anche se i numerosi studi scientifici a riguardo concordano nel suddividere i possibili fattori scatenanti tra cause organiche e cause psicologiche.
Tra le cause organiche possono esserci traumi cerebrali o del nervo acustico, parziale perdita dell’udito (ipoacusia), infezioni dell’apparato uditivo, esposizione a forti rumori come quelli di detonazioni o musica assordante, intossicazioni da uso di sostanze. Il suono può scomparire spontaneamente dopo alcuni giorni, oppure persistere per mesi, anni, fino a cronicizzarsi. È necessario effettuare specifici esami neurologici ed audiometrici al fine di poter individuare oppure escludere la causa organica. Nel caso in cui non si possa individuare alcuna causa organica, è possibile che l’acufene sia correlato ad uno o più fattori psicologici, come l’ansia e lo stress, specie in soggetti predisposti. Anche l’ipocondria annovera proprio l’acufene tra i suoi sintomi più comuni.
In questo caso, è necessario indagare attraverso l’anamnesi e il colloquio clinico psicologico la struttura di personalità del soggetto, individuare la presenza di eventi significativi di cambiamento, di sofferenza psichica (come un lutto per una persona cara), o di particolare stress situazionale. Non in ultimo, stati d’ansia ansia e forte stress possono portare a disturbi del sonno, i quali aggravano, se non a volte inducono, i sintomi dell’acufene. In questi casi, i farmaci utilizzati sono le benzodiazepine (per ridurre gli stati d’ansia e indurre il sonno) o gli antidepressivi. Tuttavia, la terapia farmacologica non ha finora ottenuto risultati accettabili, specie rispetto agli effetti collaterali.
Trattamenti terapeutici
Il trattamento psicologico d’elezione per l’acufene è quello cognitivo-comportamentale da cui deriva anche la terapia definita Tinnitus Retraining Therapy (TRT). Questo specifico protocollo di intervento integra il trattamento psicologico con il supporto audiotecnico; l’intervento psicologico mira sia alla gestione del sintomo che all’individuazione e all’intervento sui fattori attivanti (nel caso appunto di ansia, depressione o stress). L’intervento di attenuazione (o in alcuni casi di eliminazione) del sintomo viene messo in atto con l’utilizzo di tecniche di abituazione e desensibilizzazione al suono dell’acufene attraverso tecniche cognitivo-comportamentali. La parte del supporto audiometrico si basa sulla produzione di altri suoni esterni che hanno funzione di “distrattori” generati da apparecchi di arricchimento sonoro specifici, che non coprono il suono dell’acufene, ma lo integrano. Parte fondamentale della terapia TRT è comunque anche il counseling psicologico, che mira a modificare le credenze disfunzionali riguardo al disturbo e il suo conseguente carico emotivo, entrambi fattori che amplificano la percezione del sibilo da parte del paziente perché attivano il sistema nervoso centrale verso uno stimolo minaccioso.
Acufene ed ipnosi
Oltre alla TRT, anche l’ipnosi si è rivelata uno strumento di terapia valido per il trattamento dei disturbi da acufene. Specifici protocolli di induzione e suggestione ipnotica mirano non solo a indurre il rilassamento e la riduzione degli stati d’ansia, ma anche all’acquisizione da parte del paziente di tecniche immaginative per il controllo della sua percezione del suono disturbante, in alcuni casi fino alla sua eliminazione. Attraverso l’ipnosi possono inoltre essere portati alla luce quelle emozioni disfunzionali che attivano il sintomo, che molto spesso rimangono al di fuori della consapevolezza del paziente. Numerosi studi scientifici riportano un’efficacia del 70% nel trattamento dell’acufene con terapia ipnotica, specialmente nei casi in cui non sia presente la perdita dell’udito, ovvero casi in cui il sintomo dell’acufene sia attribuibile principalmente a cause psicologiche.
I tre protocolli più usati nell’ ipnoterapia per l’acufene sono:
- tecniche di induzione ipnotica volte al rilassamento e all’incremento della percezione di benessere nel paziente (solo trance)
- tecniche di induzione ipnotica mirate al rafforzamento del senso di fiducia nella propria capacità di gestire sensazioni corporee ed emozioni, aumento del livello di autostima, riduzione dell’ansia sociale e situazionale
- tecniche di induzione ipnotica mirate alla soppressione del suono dell’acufene
In particolare le ultime due, associate al counseling psicologico mirato alla riduzione dei sintomi fisiologici e psicologici attivanti causati da ansia e stress si sono rivelati particolarmente efficaci.
Fonti
Thomas E. Cope, “Clinical Hypnosis for the Alleviation of Tinnitus”, International Tinnitus Journal, Vol. 14, No. 2, 135–138 (2008)
Carol A. Bauer, MD; Jennifer L. Berry, Aud.D; Thomas J. Brozoski, PhD, “The Effect of Tinnitus Retraining Therapy on Chronic Tinnitus: A Controlled Trial”, Laryngoscope Investigative Otolaryngology, August 2017
Fioretti, A., Natalini E., Riedl D., Moschen, R., Eibenstein A., “Gender Comparison of Psychological Comorbidities in Tinnitus Patients –Results of a Cross-Sectional Study”, Frontiers in Neuroscience, July 2020 | Volume 14 | Article 704